Casinò di Arco – Olivo Sottocchio

23/29 Ottobre 1988 – Casinò di Arco – Dibattiti e Mostre

GUGLIELMO BERTARELLI

Sull’Olivaia è stato detto molto fino ad ora, a mio avviso si è parlato poco invece di “tecnica artistica”. Io mi ritengo un professionista e vorrei lasciare ai critici ogni tipo di retorica. Quando mi trovo a dover parlare delle mie opere non affronto mai problemi quali il plasticismo o altro, mi permetto solo di dire perchè ho usato per una scultura una determinata materia, dove collocare l’oggetto che ho prodotto e per quale motivo ho deciso di produrlo. L’Olivo (pianta asiatioca della famiglia delle oleose) è l’unica pianta che in determinate condizioni perde la venatura pur restando in piedi (nel dialetto delle nostre zone diciamo: “el seca en pè”) ; la pianta diventa “bolsa” e tutto il legno che sta all’interno del sottocorteccia diventa inutilizzabile, L’artista che lavora il legno d’olivo si serve degli strati più interni della pianta (sottocuore e cuore), dove la venatura è più intricata e fitta.

Una volta scelto il pezzo migliore da lavorare, come è già stato detto, è la venatura della pianta che guida l’artista e “indirizza” la sua fantasia.

Il legno d’olivo si presta ad un tipo di scultura “aerea” perchè è la venatura stessa a suggerire lo slancio dal basso verso l’alto, L’opera che espongo in questa mostra ne è una dimostrazione: da un intero tronco d’olivo di notevoli dimensioni ho ricavato una figura nell’atto di compiere un passo di danza. Quando mi è stato portato in studio, ho avuto paura; ci ho messo circa tre mesi ad affrontarlo. La tecnica per la lavorazione del legno d’olivo richiede innanzitutto molto sangue freddo, e strumenti adatti. E’ un legno molto duro ed elastico, e c’è il rischio che gli strumenti con i quali lo si scolpisce rimbalzino sul legno pericolosamente e feriscano chi li usa.

L’olivo è una pianta nobile e per questo va trattata con rispetto e perizia. Per questo ritengo necessario che nella nostra zona vengano aperte delle Scuole in grado di offrire ai giovani la possibilità di tentare la “strada dell’arte”. Se si dovesse cnstatare che un giovane non è dotato di sufficiente sensibilità artistica per scolpire, una volta acquisite le tecniche lo si potrebbe dirottare sull’artigianato.

Mi dichiaro fin d’ora disponibile per un progetto di questo tipo e spero ch ele persone che occupano posizioni decisionali pensino al più presto che cosa è possibile fare. Per concludere vorrei fare un appello ai contadini che possiedono legno d’olivo: è estremamente difficile trovare materiale da lavorare e so che nella nostra zona c’è molto legno lasciato marcire o venduto come legna da ardere. D’altra parte si trova del legno costosissimo, a prezzi davvero inaccessibili. Vorrei pregare chi possiede legno di farsi avanti e venderlo possibilmente ad un prezzo non esagerato perchè come tutti sappiamo, l’arte non produce miliardi.

Guglielmo Bertarelli